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sabato 5 dicembre 2015

il Culto del Monogramma di Ileana Munno

"Il lusso è una disciplina." Karl Lagerfeld

LA MODA DELLE "CIFRE"
E' stato il tormento modaiolo dell' anno passato e sembra che durerà nel tempo. Burberry al riguardo lo scorso Settembre ha lanciato "Scarf Bar" ovvero sciarpe del noto marchio a cui è possibile mettere le iniziali del proprio nome e cognome. Louis Vuitton già qualche mese prima aveva proposto "Mon Monogram": la classica borsa della maison personificata. Ma quando e come nasce il mito del monogramma?





LA STORIA DEL MONOGRAMMA 
La vera storia del monogramma sembra sia legata alle caratteristiche comune delle camicie degli uomini business. A causa dei modelli e colori simili, quando si portavano a lavare spesso capitava di confonderle, nacque così l'idea d'incidere le iniziali del proprio nome e cognome su di esse. Il monogramma era dunque legato ad un fattore di riconoscimento. Esiste una storia secondaria secondo cui il culto delle cifre ( nel gergo comune le iniziali ndr ) risale invece alle famiglie povere e numerose in cui ogni figlio aveva la sua camicia contraddistinta dalle sue iniziali. 
Con il passare del tempo il monogramma ha acquistato prestigio, fin alla nostra epoca. 


IL MONOGRAMMA SULLA CAMICIA
Attualmente le iniziali vengono riportate soprattutto nelle camicie realizzate su misura da un sarto, per distinguerle da quelle industriali. E' consuetudine riportare prima l'iniziale del nome e in seguito quella del cognome, ma dipende molto da un fattore di assonanza. Solitamente si posizione le cifre in maiuscolo o minuscolo, sul lato sinistro all'altezza del quinto bottone partendo dall'alto.  Come riportato sul blog "Camicia e Cravatta" sulla posizione del monogramma : "Polsini e colletto sono piuttosto popolari ultimamente ma possono sembrare una scelta pretenziosa.
 Il monogramma non ha alcuna funzione oggigiorno, quindi non e’ necessario inserirlo in un punto cosi evidente. Collocare il monogramma sul colletto o sul polsino della camicia fa apparire, a seconda di chi la indossa, o snob o insicuro e,  soprattutto,  colletti e polsini sono ormai una scelta troppo inflazionata.  L’ideale sarebbe collocare le vostre iniziali in un punto frontale della camicia, che non sia visibile quando si indossa la giacca, se non sbottonata. Prendete in considerazione la parte sinistra frontale della camicia all'altezza di un 4 cm circa al di sopra del punto vita dei pantaloni.  In questo modo il monogramma sara’ visibile solo con giacca sbottonata e non verrà’ posto di fronte al vostro interlocutore in maniera troppo evidente, come succederebbe invece se fosse posizionato all'altezza del petto o sul taschino, se presente."   




LE INIZIALI SULLE POCHETTE
Il culto del monogramma tuttavia non riguardava solo le camicie, ma si è diffuso anche per il fazzoletto da taschino. Un dettaglio fondamentale per il perfetto dandy e gentleman, ma anche alle donne che non riescono a rinunciare al lavoro sartoriale,  da collocare nel taschino della giacca ( da cui il nome ndr ). I canoni della personalizzazione sono gli stessi utilizzati per la camicia, iniziale del nome e del cognome puntate. Il ricamo può avvenire a macchina o a mano, consigliabile quest'ultimo. 

"LE CIFRE NELL'ALTA MODA
Come precedentemente affermato, questo uso delle iniziali oggi ha preso il sopravvento anche nell'alta moda. Le più grandi maison si sono adoperate per la realizzazione di capi e accessori personalizzabili. Hit girl come Olivia Palermo, Sarah Jessica Parker e Candice hanno sfoggiato i loro monogrammi durante le diverse fashion week, fino a rendere il monogramma  l'idea del lusso. 

IL MONOGRAMMA COME STILE DI VITA
"Il monogramma è il lusso per pochi, un'incisione che coltivi e curi nel tempo. E' la ricerca del dettaglio, del lavoro sartoriale e corrisponde al "metterci la faccia". Queste sono le parole offerte dalla mia sarta di fiducia riguardante il "culto del monogramma"...

E se la vita è una, tanto vale viverla su misura.   


si ringrazia per la pubblicazione Muse Ispiratrici






  




domenica 29 novembre 2015

Vuelo è in Roma

Prima destinazione in Italia  del Vuelo di Cuervo y Sobrinos è Roma, considerata tra le più importanti città d'arte, testimone di tutte le civiltà del mondo che l'hanno abitata nelle varie epoche, la più fotografata dopo New York, secondo Sightmaps.
 Città dai molteplici appellativi, " Caput Mundi" capitale del mondo, "Urbs" che anticamente indicava Roma per antonomasia, "Urbs Aeterna" città eterna e dai molteplici modi di dire "Tutte le strade portano a Roma", "Per conoscere Roma non basta una vita", "Sono pazzi questi romani".
Dall'Avana, degli anni '40-'50 che offre uno stile di vita dove l'attenzione dell'eleganza era puntata su ogni dettaglio e attori, uomini d'affari,avventurieri visitavano la città contribuendo a mantenere vivo tale spirito, a Roma con moltissime similitudini raccontate nel  magistrale film La Dolce Vita di Federico Fellini, il "Vuelo" è breve.


Era il 1960 quando Maurizio Cristilli iniziava la sua carriera di artigiano incastonatore di pietre preziose, lavorando per le gioiellerie più importanti della Capitale. Nel 1968 il primo negozio firmato Cristilli apriva le porte nel cuore del quartiere Parioli, al centro di Roma. Già nel 1974 Cristilli si apre al settore dell'orologeria, commercializzando marche come Cartier, Breguet, Van Cleef & Arpels. Negli anni a seguire l'orologio diventerà una vera e propria passione per Cristilli, sempre alla ricerca di nuovi marchi di aziende indipendenti al fine di garantire innovazione, novità e nuovi concetti costruttivi, per i collezionisti e i clienti più esigenti. Oggi, nel negozio, vengono trattati i marchi più prestigiosi come: Alain Silberstein, Cuervo y Sobrinos, Ralf Tech, Manometro Mazzuoli, Bremont, Zannetti, TCM Baume & Mercier, Hublot, Eberhard, Ressence, Porsche Design, Graham.
Il  servizio post vendita, grazie alle collaborazione con i migliori laboratori artigiani di oreficeria, garantisce la riparazione e la realizzazione di gioielli su misura - anche di orologeria - e la riparazione e l'assistenza di tutti i marchi di orologi. Da oltre 40 anni realizzano i  sogni dei romani e non solo.. Cristilli è un punto di riferimento a Roma per gioielleria artigianale ed amanti di orologi da collezione. Il negozio propone oggetti provenienti da tutto il mondo, vere "chicce" da intenditori ed il laboratorio crea gioielli importanti, oltre a garantire assistenza per ogni tipo di orologio. Già dal 1955, Maurizio Cristilli muove i primi passi nel mondo della gioielleria e, dopo anni di apprendistato nell'arte dell'incastonatura di pietre preziose, inizia la collaborazione con le più importanti gioiellerie romane di quei tempi. Con l'arrivo del figlio Gianluca, anch'egli appassionato di orologeria di alta gamma e artigianale, il negozio inserisce le marche di orologeria più esclusive, offrendo sempre la medesima professionalità e competenza.




ll 25 settembre 1923 i fratelli Fanuele decidono di aprire al pubblico la loro gioielleria, nella sede che rimarrà la sede storica fino ai nostri giorni in via Appia Nuova 31. Sandro, vero appassionato di gemme, porta avanti lo spirito artigianale della Ditta Fanuele arricchendo le creazioni del laboratorio di splendide pietre preziose, lo affianca Loriana, pilastro commerciale della gioielleria. Roberto ha uno spirito artistico ed un raffinato gusto estetico che trasmetterà in tutte le attività della Ditta Fanuele. Le nuove creazioni di gioielli stupiranno la clientela per l'originalità, le vetrine diventeranno una finestra sul bello nel panorama romano.
Le opere d'arte proposte ai clienti, gli oggetti d'antiquariato inglese, le splendide creazioni dei maestri argentieri italiani, le creazioni in cristallo firmate e le nuove manifatture d'orologeria, sorprenderanno chiunque si affacci alle vetrine della Ditta Fanuele. Un'importante premio da parte della De Beers verrà conferito a Roberto Fanuele per l'impegno profuso, la serietà e la professionalità nel proporre i diamanti da parte della Ditta Fanuele.
Il 2005 segna un traguardo molto importante per la Ditta Fanuele, fondata nel 1905 e arrivata nel nuovo millennio all'apice della sua espressione artistica. Viene incaricato l'architetto Stefano Ricci, creatore dei più importanti gioielli a livello internazionale per aziende come Bulgari Breguet Piaget Rolex e Gucci, per realizzare la linea che rappresenti questi cento anni di raffinatezza ed artigianalità. L'ispirazione legata al numero 100, come gli anni passati dalla creazione e a Castel Sant'Angelo, come rappresentazione dell'architettura romana che ha ispirato i maestri orafi. Ne uscirà una collezione piena di storia e significati ma rappresentativa del gusto moderno con linee tese e pulite che rappresentano al meglio il gioiello moderno. La Ditta Fanuele partecipa alla mostra internazionale di gioielleria tenutasi a Shenzhen, presentanto alcune delle sue linee più particolari e apprezzate. Roberto Fanuele incarica Stefano Mancini di curare la produzione di gioielli per la mostra in programma a Pechino. Questo evento e' stato un importante passo nell'internazionalizzazione della Ditta Fanuele. La mostra avrà un grandissimo richiamo per le autorità ed imprenditori cinesi e sarà un punto di orgoglio per l'ambasciatore italiano, ambientata nello spazio 795 di Pechino dedicato all'arte moderna ha avuto un enorme riscontro di pubblico e giornalisti, ancora oggi clienti asiatici si avvalgono dell'esperienza della Ditta Fanuele per la creazione dei propri gioielli o suggerimenti di stile per i propri acquisti di lusso.
Nel 2010 entrano a far parte della Ditta Fanuele Stefano e Alberto. Alberto conferisce alla Ditta Fanuele la sua lunga esperienza organizzativa e gestionale per poterla predisporre ad una vera e propria internazionalizzazione. Stefano, che già da lungo tempo assiste Roberto nelle scelte e nella produzione dei gioielli, apporta un tocco di modernità ed eleganza sia nelle nuove proposte di gioielli che nelle scelte estetiche delle vetrine e del negozio. Mette al servizio dei clienti della gioielleria tutta l’esperienza maturata nella produzione artigianale per le più belle gioiellerie d'Italia. Ottobre 2012. La storica gioielleria apre in via Appia Nuova 27 e 29 "Fanuele Prêt-à-porter", dedicato alle creazioni fashion dei più importanti marchi del settore. Fanuele si aggiudica il primo premio alla mostra Desideri Preziosi 2014 - Ottaviano Augusto: Le “Domus” in un gioiello. Il tema di questa edizione fa riferimento alla ricorrenza dei 2000 anni dalla morte di Gaius Iulius Caesar Octavianus Augustus e alle Domus Romane, alcune delle quali sono state ritrovate durante alcuni scavi sotto Palazzo Valentini, palazzo che ha ospitato la mostra stessa. il 2015 vede la Ditta Fanuele raggiungere lo storico traguardo dei 110 anni





domenica 1 novembre 2015

Il Papillon, accessorio senza tempo, elegante e distintivo

Il papillon, considerato comunemente accessorio iconico della moda maschile, fa parte di una lunga storia di trasformazioni sociali, complice di una serie di piccoli rivoluzioni storiche che hanno accompagnato e trasformato l’eleganza nel tempo.

Si tratta essenzialmente di un fiocco, un nodo da cui sfociano due ali simmetriche, geometricamente composto da due triangoli equilateri saldati assieme da un unico elemento centrale.

La provenienza del papillon è sconosciuta, sebbene storicamente se ne attestano alcuni reperti sin dai tempi delle piramidi

.Ciò che appare più evidente è che sia nella moda che nella storia dell’arte, il periodo emblematico del fiocco sia stato certamente il Barocco. Pare che i primi ad usare una forma ancestrale di farfallino furono i mercenari croati durante le guerre di Prussia, questi annodavano un foulard per saldare assieme i lembi della camicia, ma tuttavia pare evidente che questo accessorio sia divenuto elitario grazie al suo sfrenato utilizzo nelle grandi corti francesi, denominato cravate –che significa croato- in rimando proprio alle sue origini.



 Il fiocco, simbolo del XVII secolo e se vogliamo, proprio della Francia dell’epoca, secondo i canoni rigidamente opulenti del tempo, andrà a essere inserito praticamente ovunque, sostituendo dapprima tutte le finiture di scarpe, bottoni e fibbie, fino ad arrivare poi a riempire tutti gli spazi vuoti degli abiti e delle parrucche. La moda lo prediligeva, adornandolo e fortificandolo con pietre preziose e finiture in oro zecchino. Il suo uso, come accessorio della moda maschile verrà facilitato grazie a una piccola rivoluzione tutta italiana.Pare infatti che lo spazio costretto, occupato fino al XVI secolo dalle imponenti  gorgiere, verrà gradualmente soppiantato da colli più leggeri e morbidi, a causa dell’introduzione del pizzo, chiamato anche punto in aria poiché la sua lavorazione consisteva in una serie di fili sciolti adoperati finemente assieme al fine di creare un decoro.


Questa tecnica, inventata originariamente dai veneziani e sottrattagli grazie a un’abile intuizione del ministro Colbert che portò con sé una ventina di lavoranti venete alla corte francese le quali svelarono alle cuginette d’oltralpe il segreto di questa lavorazione che fece la fortuna della Francia nei secoli. Il pizzo era infatti considerato un patrimonio inestimabile, esso poteva valere davvero molto, addirittura anche il costo di un intero castello.


Questo amore spassionato per questa tecnica farà si che dalla gorgiera si passi velocemente a colletti morbidi e lavorati, che, nelle grandi corti,  verranno poi  adornati da sciarpe che avevano il compito di rifinire la scollatura della camicia. Questi foulard, rigirati sul collo due o tre volte, venivano annodati a forma di fiocco sul petto, tempestati da gemme preziose, soprattutto da diamanti e rubini, le pietre più in voga dell’epoca dando vita a splendidi papillon.

Dopo la rivoluzione francese tutti questi elementi decorativi lasceranno posto a un ritorno al classicismo, ne è un esempio lo stile napoleonico, composto da una decisa semplificazione delle linee, dei volumi e un’imponente perdita di accessori bislacchi e scintillanti.

Sarà il dandy a riprendere il concetto di questa ancestrale forma di cravatta papillon che sul finire del XIX secolo verrà comunemente definita ascott.I primi papillon erano infatti delle strisce di tessuto che legate al collo formavano un fiocco, dall’aspetto molto simile a quello dei foulard. Poi, però, la rivoluzione: intorno alla metà del 1880 nacque lo smoking, e con esso anche i moderni farfallini dall’aspetto ordinato ed elegante. Pare che l’invenzione di questa nuova mise si debba al magnate americano del tabacco Pierre Lorillard IV, che nel suo circolo Tuxedo Club introdusse un nuovo modo di vestirsi che ancor oggi è considerato tra i più eleganti: smoking nero, camicia bianca e papillon nero. E il termine “tuxedo” venne scelto, appunto, per identificare in lingua inglese lo smoking, completo che contribuì a mandare in soffitta i frac a coda di rondine ormai considerati demodé 

Gli anni ’20 divennero l’âge d’or del papillon che si impose come icona di stile senza eguali, rivestendo negli anni i colli dei più illustri personaggi del cinema, della musica  e del teatro. Sebbene la cravatta continuasse a rivestire un ruolo socialmente più diffuso, dal dopoguerra in poi esso verrà inteso esclusivamente come accessorio per eventi estremamente eleganti. Negli anni ’70 il cravattino a farfalla fece una breve ricomparsa, ridefinendosi per quel decennio come l’accessorio di stile per eccellenza. Solo ai giorni d’oggi, sul finire degli anni ’10 del duemila, il papillon si è liberato della sua immagine così rigidamente legata al mondo dell’eleganza, diventando un accessorio chic e di uso quotidiano. Complici di questa tendenza i designer contemporanei che hanno rielaborato il cravattino con materiali nuovi e sempre più di tendenza: dal fiocco di ceramica si passa a quello di legno, di seta, ma con stampe colorate e check di ogni sorta, fino a giungere a quello trasparente , traforato o addirittura stampato in 3D.

Arte, sartoria o design? Questo poco importa, che si tratti di hipster, rockstar o di semplici impiegati, ciò che conta è che il papillon è davvero sulla bocca di tutti. E anche sul collo.