Oggi parliamo delle borse
"pochette", dagli storici modelli super griffati, a quelle più
alternative lavorate a mano o con pietre preziose e coralli. Belle? Bellissime.
Comode? Un po' meno. Nella pochette, infatti, si può infilare il minimo
indispensabile (cellulare, carta di credito e chiavi di casa). Per questo, sono
ottime alleate per un aperi-chic in centro, una cena romantica o una serata in
disco con le amiche.
In lingua francese significa
"tasca". La pochette - da poche, appunto, piccola borsetta senza
manico che si tiene tra le mani, Le
donne le adorano, queste micro-borsine che custodiscono mondi, come piccoli
scrigni pieni di segreti.
Le origini di questo vezzo,
risalgono probabilmente alla Francia del Settecento. In quei tempi, le tasche (poches)
non erano cucite ai vestiti delle gentil dame, ma erano sostituite da
sacchettini che si appendevano alla vita e da qui deriverebbe anche il nome le
evoluzioni di questa borsetta saranno nei secoli tantissime, per poi conoscere
il massimo splendore tra gli anni Venti e Trenta. E ovviamente, ancora,
nell'età contemporanea. Sempre sotto i riflettori, accessorio imprescindibile
della attrici sui tappeti rossi. Innalzata ancora oggi a modello di borsa più
elegante quando si trasforma in baguette (lunga e stretta) o in clutch (con
chiusura rigida).. La vera essenza della pochette è ben altra, facciamo un
viaggio indietro nel tempo: siamo nel Novecento, a cavallo tra gli anni 20 e
30, alla fine della Prima Guerra Mondiale.
In quel periodo, la società è
invasa da una forte rivoluzione dei costumi femminili. Le donne, che hanno
abilmente sostituito nelle fabbriche i propri uomini impegnati al fronte,
diventano consapevoli delle loro potenzialità.
Via le pettinature rigide e gli
abiti in stile vittoriano, il gentil sesso prende consapevolezza della propria
femminilità e si fascia in abiti sensuali e leggeri. Le pettinature diventano
corte, sbarazzine, in poche parole "rivoluzionarie", sono chiamate "Flappers":
sono donne indifferenti allo sguardo scandalizzato, che fumano e bevono in
pubblico, compiacendosi dell'indignazione di una società troppo acerba perché
possa accettare, in questo confusionario momento storico, nasce il mito dei
primi cosmetici, del rossetto, delle sigarette e della pochette.
Queste piccole ed
(apparentemente)inutili "tasche", hanno cavalcato i decenni,
arrivando inalterate ai giorni nostri, invadendo anche il mercato del Vintage.
Quale sia il segreto di una borsa
così speciale e unica nel tempo, nessuno può dirlo. O meglio, nessuno può dire
che sia uno soltanto. Sono molti gli elementi che contribuiscono a renderla
così unica: piccola, preziosa, ultrafemminile. Morbide o rigide, racchiudono un
microcosmo di un'eleganza ricercata e mai ostentata; si abbinano con tutto, da
una giacca bon ton a un abito da sera con profusione di bijoux; si trovano in
ogni materiale, dal più prezioso al più semplice. Adatte quindi a tutte le età,
per tutte le occasioni, in ogni stagione. Un ponte ideale tra nuovo e vintage,
che rende la pochette molto più di un accessorio. Piuttosto un must have per
tutte le donne, convinte del suo spirito chic e sofisticato. Nessuna vuol
rinunciare ad averla nel suo armadio.
In un momento di delicato
equilibrio sociale, in cui gli uomini soffrono l'eccessiva indipendenza e
liberalizzazione dei costumi femminili, la pochette torna alla ribalta e diventa
un "must", un accessorio che non può mancare nel guardaroba
femminile.
Le pochette sono in grado di illuminare ogni
donna che la indossi, come un gioiello. Non a caso infatti, la nuova tendenza
delle grandi griffe è quella di abbinarle a bracciali ed anelli: le mani sono
tornate oggetto di grande seduzione e la micro-borsina pare un loro
prolungamento, merito anche della sua versatilità. Preziosa, in pellami ricercati e morbidi, o martellati,
ricamata, decorata, o dalle linee essenziali. In grado di arricchire ogni look,
dal più semplice al più costruito. Ammessa quindi anche al di fuori
dell'abbigliamento da sera, delle occasioni importanti?
Gli stilisti giurano di sì.
Queste sofisticate borsine ricordano che la moda è cambiata, è più libera.
Nessuna paura di abbinarle alle scarpe o all'abito. Libertà totale, anche nel
colore. Naturalmente è il gusto e l'occhio a dettare le regole, ma senza
rinunciare al gioco, al divertimento. Del resto, la pochette è una borsettina
un po' buffa. Al confine tra la vanità e l'utilità, di certo "costringe"
alle cose essenziali, viste le dimensioni ridotte. Ma resta un baluardo di
gusto e strappo alle regole, di femminilità e indipendenza.
La più famosa pochette della
storia della moda, val la pena ricordarlo, è un vero e proprio inno alla
libertà: la 2.55 di Chanel, la mitica mini bag dalla catena dorata e in pelle
nera matelassè nata dal genio ribelle e inconfondibile di Mademoiselle Coco -
il nome deriva dalla data di nascita, il febbraio 1955 - ha cambiato il corso
della storia.
Sintesi di femminismo prima di
diventare sinonimo di lusso, perfetta sia per il giorno che per la sera,
equilibrio perfetto tra eleganza e carattere, la 2.55 è stata un'idea
rivoluzionaria: da quel momento le donne e le loro mani potevano essere
impiegate in altre attività, come tenere un drink, fumare in pubblico, o
stringere la mano dell'amato.
Nessun commento:
Posta un commento