venerdì 28 agosto 2015

UN OROLOGIO (QUASI) IMMAGINARIO di Marco Strazzi

Il posto di oggi è tratto integralmente dal blog di Marco Strazzi che parla del tempo con una  concettualità leggiadra, il nostro blog non poteva rimanere insensibile, come voi sapete noi non siamo solo divulgazione di Brands ma definiamo il tempo uno strumento creato da in'idea,  
Un orologio (quasi) immaginario è tutto ciò, Buona lettura.

Il mio prossimo libro - The Museum Collection - tratterà i 100 orologi che il collezionista esperto dovrebbe inserire tra gli acquisti da prendere in considerazione. Questo post è dedicato a un orologio che ho la fortuna di possedere, ma che non figurerà nel libro. Non è un "must", anzi. In un certo senso non esiste nemmeno. Eppure sono riuscito a scrivere 300 pagine solo su di lui. 

La storia comincia con una curiosità condivisa da molti amanti degli orologi vintage. Chi era il proprietario originale dell'oggetto che hanno appena comprato? Dove abitava? Cosa faceva? In genere non è possibile rispondere a queste domande, tanto meno in casi come questo: un Longines WWW (Wrist Watch Waterproof, Orologio da Polso Impermeabile) fabbricato negli Anni 40 per l'Esercito britannico. Sapevo qualcosa di questi orologi anche prima dell'acquisto, ma non ero un esperto, visto che il mio interesse per la storia dell'orologeria verte sulla produzione civile e non su quella militare. Ora che possedevo uno dei famosi e ricercati WWW, sentivo di doverne sapere di più. Le prime ricerche mi condussero a un articolo di T. Koenig e A. van der Meijden pubblicato nel 2008 dall'Horological Journal. Si tratta di una lettura obbligata per chiunque abbia un interesse per questi orologi, in quanto fornisce una panoramica completa dei fabbricanti, dei requisti di conformità definiti dall'Esercito britannico, dei quantitativi e delle date di produzione. Quest'ultimo dettaglio mi ha un po' deluso: pare che nessun WWW abbia partecipato alle battaglie per la liberazione dell'Europa perché sono stati consegnati tutti dopo la fine della guerra nel Vecchio Continente. Per quanto riguarda il mio Longines in particolare, una conferma autorevole è arrivata dalla Casa stessa. Il movimento fu venduto a Baume, il suo agente londinese, nell'autunno del 1945.

Avrei potuto archiviare la questione. Dopo tutto, ne sapevo abbastanza per non fare una brutta figura se qualcuno mi avesse chiesto informazioni sul mio orologio dall'aspetto vissuto. Invece non l'ho fatto. Il mio interesse di lunga data per la Seconda Guerra Mondiale, insieme con l'orgoglio per l'acquisizione del Longines e una passione per gli scenari alternativi, ha prodotto una serie di "E se...". E se un prototipo del WWW fosse stato consegnato per un test molto prima del 1945? E se fosse stato al polso di un Paracadutista britannico nelle ore del D-Day? E se fosse stato smarrito durante uno scontro a fuoco? E se fosse ricomparso sul catalogo di una casa d'aste settant'anni più tardi? E se...




Queste ipotesi fantasiose sono state seguite da due anni di ricerche, di viaggi nel Regno Unito e in Francia, di conversazioni con i veterani e gli storici, di scrittura. Per la prima volta in vita mia, passavo dalla descrizione della realtà alla narrativa, ma allo stesso tempo avvertivo il dovere di essere plausibile e di rispettare la verità storica. Il risultato è il romanzo L'orologio con le ali, successivamente tradotto dall'originale italiano in inglese (Wingwatch) e in francese (La montre ailée). I suoi temi sono il coraggio, la paura, la trasmissione della memoria tra generazioni, il dolore della perdita, l'incoraggiamento trovato nella certezza che "Non Camminerai Mai Solo" (You'll Never Walk Alone), come recita la canzone preferita del protagonista.
Che c'entra l'orologio con tutto questo? Beh, si tratta di una macchina del tempo. Non c'è da stupirsi se riesce a far emergere una storia lungamente dimenticata e a facilitare la soluzione di un mistero. Le sue lancette arrugginite e il suo quadrante scolorito sanno scandire giorni che non sono quelli limitati degli uomini.

Ecco perché questo orologio è importante. Mi ha spinto a creare qualcosa di cui non sapevo essere capace. Mi ha indotto a visitare i luoghi dove è stata scritta la storia e a incontrare coloro che l'hanno scritta. E mi ha confermato che i collezionisti hanno ragione ad essere curiosi sul passato degli orologi vintage che acquistano...


E ora le immagini. Ci sono sia l'orologio autentico (in alto) che la versione romanzata(sopra e sotto) creata per il video e per il presente blog. Quest'ultima è il risultato di ritocchi compiuti con Photoshop per modificare il quadrante, sopprimendo il nome della marca, e il fondo della cassa, sostituendo i contrassegni usuali dei WWW con le incisioni citate nel racconto. Nessuna correzione si è resa necessaria per il movimento.


si ringrazia per la pubblicazione Marco Stazzi che potete seguire sul Profilo Facebook e sulla pagina 10.10.ch










Nessun commento:

Posta un commento