“Eletti sono coloro per i quali le cose belle non hanno
altro significato che di pura bellezza”. Oscar Wilde. (Il Direttore)
Finalmente a Roma c’è un posto dove l’uomo elegante può
trovare asilo e ristoro. In verità il luogo sta lì da secoli, ma solo
recentemente si è affrancato dall’orda barbara del pressappochismo e della
volgarità pseudo-giovanile.
Questo posto ha il fascino misterioso di una ‘brigadoon’.
Ricordate il film degli anni ’50 in cui due turisti inglesi si imbattono in un
paesino scozzese che, scopriranno poi, appare al mondo visibile una volta ogni
secolo? Ebbene, i due turisti rimangono stregati da Brigadoon proprio come
chiunque incontri, dopo tanto vagare, la Casina Valadier.
Un luogo ricco di fascino finalmente tornato ai fasti per i
quali era stata progettato tre secoli fa ma che prima d’ora, per un destino
strano e contorto, non aveva mai pienamente raggiunto.
Tranne che per pochi anni, nel Ventennio fascista, durante
il quale la Casina era diventata il ritrovo della nobiltà e degli intellettuali
non solo romani (come Pirandello e D’Annunzio), questa costruzione neoclassica
progettata dall’architetto romano Giuseppe Valadier ha vissuto duri giorni di
oblio.
Per fortuna, dicevamo, da qualche mese è tornata con nuova
linfa e volontà di rendere giustizia all’edificio, già uno dei più belli di
Roma e soprattutto con una vista sul centro storico irripetibile. La nuova
gestione sta lavorando per rendere concreto il sogno iniziale di chi progettò
questo gioiello, che già nacque con le stimmate dell’eleganza e
dell’esclusività.
La Casina, infatti, fu voluta dal Valadier come il luogo in
cui i romani potevano riposarsi da lunghe camminate lasciandosi ammaliare della
vista sul cuore antico della città in compagnia di un caffè ristoratore.
L’attenta ricostruzione storica delle vicende che si legano
al Pincio e alla Casina ci restituisce una serie di note interessanti e
controverse.
Nel 1810 il governo francese, a cui Roma sottostava, decide
di realizzare la prima passeggiata pubblica sul Pincio, che sino ad allora era
stato proprietà privata di famiglie nobili o della Chiesa. Nel 1600 è degli
Agostiniani, che qui hanno una tenuta agricola. Per questo vi fanno costruire
un ‘casone’ ove conservare e lavorare i prodotti, eretto sull’antica cisterna
romana (‘la gran botte’) in cui secoli addietro, narrano le leggende, vi
venivano fatti precipitare e annegare i corpi dei cristiani.
Valadier è incaricato di dare una coerenza architettonica al
Pincio ma anche alla scalinata e a Piazza del Popolo. L’architetto, di origine
francese, è figlio del primo grande orafo/argentiere romano, famoso per i
fastosi centrotavola. E infatti, guardando dall’alto Piazza del Popolo, non vi
sembra proprio un centrotavola?
Nel 1815 il progetto di Valadier diventa operativo, e per
contenere le spese si decide di partire dal ‘casone’ già presente. L’obiettivo
è la costruzione di un caffeaus, di una casina del caffè per il pubblico
utilizzo. Bisogna specificare che i francesi volevano far diventare Piazza del
Popolo come l’ingresso ufficiale a Roma Nord creando dei luoghi di ricreazione
e salute per le genti romane. Dopo la demanializzazione del Pincio iniziano i
lavori.
Da allora la Casina non ha avuto pace, sopravvivendo tra
periodi di splendore e altri di buio totale. I lavori si susseguono a più
riprese così come i tentativi di un suo sfruttamento commerciale.
Nel 1872 si tenta di adibirla a ‘uso di Birreria e Buffet’,
poi a Café e ancora a ristorante di lusso, grazie alla costruzione di terrazze
sui quattro lati. Ospitò persino esposizioni d’arte.
Nel 2004, dopo un lunghissimo ed accurato restauro, la
Casina riacquista gran parte del suo fascino, nascosto per troppi anni. Ma solo
ora le sue potenzialità sono in piena espressione.
Il direttore Roberto Mattera (a destra nella foto sotto,
accanto al direttore di Stilemaschile) ci ha parlato della volontà di crescita
e di miglioramento non sul piano quantitativo ma esclusivamente qualitativo. Un
posto così esclusivo deve essere teatro di eventi all’altezza che sfuggano alla
normale routine serale della vita capitolina.
Nelle ultime settimane alla Casina Valadier si sono
alternate presentazioni, incontri fumosi, cene ed appuntamenti che hanno
gratificato l’uomo di gusto, in cerca di un luogo selezionato, in cui tutto,
dall’accoglienza (educata e formale) alla cucina (tradizionale e attuale) abbia
una sua coerenza.
E noi di Stilemaschile ne abbiamo fatto una base per i
nostri Incontri, come avrete modo di leggere presto, conquistati anche dalla
possibilità di avere a disposizione un grande fumoir, che sta per essere
sottoposto ad un vigoroso quanto difficile restyling che lo renderà ancor più
in sintonia con il fascino dell’intera location.
Si ringrazia Stilemaschile per la pubblicazione dell'articolo.
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