sabato 2 maggio 2015

Casa dell'Eleganza di Alfredo De Giglio

“Eletti sono coloro per i quali le cose belle non hanno altro significato che di pura bellezza”. Oscar Wilde.  (Il Direttore)

Finalmente a Roma c’è un posto dove l’uomo elegante può trovare asilo e ristoro. In verità il luogo sta lì da secoli, ma solo recentemente si è affrancato dall’orda barbara del pressappochismo e della volgarità pseudo-giovanile.
Questo posto ha il fascino misterioso di una ‘brigadoon’. Ricordate il film degli anni ’50 in cui due turisti inglesi si imbattono in un paesino scozzese che, scopriranno poi, appare al mondo visibile una volta ogni secolo? Ebbene, i due turisti rimangono stregati da Brigadoon proprio come chiunque incontri, dopo tanto vagare, la Casina Valadier.





Un luogo ricco di fascino finalmente tornato ai fasti per i quali era stata progettato tre secoli fa ma che prima d’ora, per un destino strano e contorto, non aveva mai pienamente raggiunto.
Tranne che per pochi anni, nel Ventennio fascista, durante il quale la Casina era diventata il ritrovo della nobiltà e degli intellettuali non solo romani (come Pirandello e D’Annunzio), questa costruzione neoclassica progettata dall’architetto romano Giuseppe Valadier ha vissuto duri giorni di oblio.



Per fortuna, dicevamo, da qualche mese è tornata con nuova linfa e volontà di rendere giustizia all’edificio, già uno dei più belli di Roma e soprattutto con una vista sul centro storico irripetibile. La nuova gestione sta lavorando per rendere concreto il sogno iniziale di chi progettò questo gioiello, che già nacque con le stimmate dell’eleganza e dell’esclusività.
La Casina, infatti, fu voluta dal Valadier come il luogo in cui i romani potevano riposarsi da lunghe camminate lasciandosi ammaliare della vista sul cuore antico della città in compagnia di un caffè ristoratore.



L’attenta ricostruzione storica delle vicende che si legano al Pincio e alla Casina ci restituisce una serie di note interessanti e controverse.
Nel 1810 il governo francese, a cui Roma sottostava, decide di realizzare la prima passeggiata pubblica sul Pincio, che sino ad allora era stato proprietà privata di famiglie nobili o della Chiesa. Nel 1600 è degli Agostiniani, che qui hanno una tenuta agricola. Per questo vi fanno costruire un ‘casone’ ove conservare e lavorare i prodotti, eretto sull’antica cisterna romana (‘la gran botte’) in cui secoli addietro, narrano le leggende, vi venivano fatti precipitare e annegare i corpi dei cristiani.
Valadier è incaricato di dare una coerenza architettonica al Pincio ma anche alla scalinata e a Piazza del Popolo. L’architetto, di origine francese, è figlio del primo grande orafo/argentiere romano, famoso per i fastosi centrotavola. E infatti, guardando dall’alto Piazza del Popolo, non vi sembra proprio un centrotavola?
Nel 1815 il progetto di Valadier diventa operativo, e per contenere le spese si decide di partire dal ‘casone’ già presente. L’obiettivo è la costruzione di un caffeaus, di una casina del caffè per il pubblico utilizzo. Bisogna specificare che i francesi volevano far diventare Piazza del Popolo come l’ingresso ufficiale a Roma Nord creando dei luoghi di ricreazione e salute per le genti romane. Dopo la demanializzazione del Pincio iniziano i lavori.
Da allora la Casina non ha avuto pace, sopravvivendo tra periodi di splendore e altri di buio totale. I lavori si susseguono a più riprese così come i tentativi di un suo sfruttamento commerciale.
Nel 1872 si tenta di adibirla a ‘uso di Birreria e Buffet’, poi a Café e ancora a ristorante di lusso, grazie alla costruzione di terrazze sui quattro lati. Ospitò persino esposizioni d’arte.
Nel 2004, dopo un lunghissimo ed accurato restauro, la Casina riacquista gran parte del suo fascino, nascosto per troppi anni. Ma solo ora le sue potenzialità sono in piena espressione.




Il direttore Roberto Mattera (a destra nella foto sotto, accanto al direttore di Stilemaschile) ci ha parlato della volontà di crescita e di miglioramento non sul piano quantitativo ma esclusivamente qualitativo. Un posto così esclusivo deve essere teatro di eventi all’altezza che sfuggano alla normale routine serale della vita capitolina.



Nelle ultime settimane alla Casina Valadier si sono alternate presentazioni, incontri fumosi, cene ed appuntamenti che hanno gratificato l’uomo di gusto, in cerca di un luogo selezionato, in cui tutto, dall’accoglienza (educata e formale) alla cucina (tradizionale e attuale) abbia una sua coerenza.
E noi di Stilemaschile ne abbiamo fatto una base per i nostri Incontri, come avrete modo di leggere presto, conquistati anche dalla possibilità di avere a disposizione un grande fumoir, che sta per essere sottoposto ad un vigoroso quanto difficile restyling che lo renderà ancor più in sintonia con il fascino dell’intera location.

Si ringrazia Stilemaschile per la pubblicazione dell'articolo.


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